di Pina Favarolo - per contatti: ilbeltempo@gmail.com

sabato 26 dicembre 2015

Munasterio 'e Santa Chiara

Durante questi giorni di festa, libera dal lavoro, mi sono trovata a fare la turista nella mia città. Una tappa improvvisata ma graditissima è stata la visita al complesso di Santa Chiara con l'annesso chiostro maiolicato.
Ai tempi dell' Università ci andavo spesso, l'ingresso era libero e spesso gli studenti della vicina Università Federico II come me, tra un seminario e un esame, ci ritrovavamo seduti in quello spazio di quiete e bellezza a ripetere le lezioni. 
Adesso c'è la biglietteria e non si entra più, semplicemente, come si entrasse in chiesa, ma superato il varco, biglietto alla mano, la sensazione è rimasta la stessa di allora...chiudendo la porta a vetri d'ingresso alle proprie spalle è come se interrompessi per un breve tempo i contatti col mondo esterno, con le strade e i vicoli attorno brulicanti di gente e di voci.
Si entra in una dimensione di tranquillità e bellezza che ti invadono con tutta la loro forza.

                                                                                      


Ad ogni passo la meraviglia di ciò che ti si para davanti aumenta, cerchi di cogliere tutti i particolari,i colori,la luce
le sfumature di quelle maioliche tornate dopo un lungo restauro al "quasi" antico splendore.                                                    
                                                                             




Cammini attraverso questi colonnati di maioliche che raffigurano, frutta, trionfi di uve, grappoli, fichi e senti solo gli uccelli che svolacchiano tranquilli in questo paradiso.


E camminando si arriva all'area museale, che ammetto di visitare per la prima volta, prima, ai tempi ai quali mi riferivo all'inizio di questo post, quella era un'area di scavo preclusa al pubblico; ora è visitabile una grande zona di epoca romana; ci sono dei resti di un area termale e si possono chiaramente vedere le strutture e i manufatti (condutture comprese) che portavano l'acqua in grandi vasche ancora ricoperte parzialmente di marmo azzurro, rinvenute sotto le varie stratificazioni susseguitesi nel tempo. Si arriva così all'area museale vera e propria e ti accolgono i "padroni di casa" la Regina di Napoli Sancha di Maiorca (1285-1345) e il suo sposo Re Roberto d'Angiò (1277- 1343) fissi nel legno ma capaci di incutere ancora reverenza e rispetto.

                                                                                   
A loro, alla loro monarchia illuminata, durante il loro breve regno, si deve lo sviluppo urbanistico e culturale di Napoli nel periodo Angioino.
La regina Sancha dopo la morte dell'amato marito divenne tutrice della nuova regina di Napoli, la nipote di Roberto, Giovanna, ma terminato il suo compito, si ritirò nel convento attiguo alla chiesa e presi i sacri voti, col nome di Chiara e lì restò sino alla morte coperta da un'aura di santità.
Più avanti vi sono altre sale dove si conservano splendidi reliquiari e paramenti sacri splendidi che però non è stato permesso fotografare.
San Sebastiano in legno scolpito
Sono conservati, poi, i resti degli altorilievi in marmo che ornavano i fregi della chiesa di Santa Chiara, pazientemente recuperati e ricomposti dopo che i bombardamenti della città dell'agosto 1943 rasero al suolo la chiesa e l'intera zona circostante.
E' stata una visita emozionante e riposante. Giornate passate così, in compagnia delle persone care, riempiendomi gli occhi di Bellezza vera, hanno sempre il potere di ridare equilibrio alle cose e ti riconciliano con il mondo, in cui sono ripiombata subito dopo aver richiuso la porta di cui parlavo all'inizio alle mie spalle e per consolarmi ho trovato appropriato fiondarmi in una pizzeria, di quelle storiche della zona, per gustare una buonissima pizza.
Alla prossima...



(Riscrivo qui il post pubblicato ieri 25 dicembre e che per errore è stato rimosso)
Natale 2015

Sono appena tornata a casa dopo le ultime commissioni natalizie e in giro si sente un' unica frase in giro, "Auguri", "Tanti Auguri!" e mi capita di notare,nei negozi ad esempio, che più la cifra alla cassa è cospicua più gli Auguri sono convinti e fragorosi.
Mi viene da pensare che dire "Auguri" spesso non significa molto o non esprime più quello che veramente vuoi dire. 
Quest' anno io cambio...quest' anno ci metto i miei "Vorrei"...
Vorrei che la mia famiglia stesse sempre bene, che la buona salute li possa accompagnare sempre.
Vorrei che per me e per le persone a cui voglio bene e che stimo ci siano belle giornate e se pure ci fossero giornate meno facili vorrei che avessimo tutta la forza sufficiente per affrontarle, 

Vorrei essere soddisfatta del mio lavoro,

Vorrei sentire da adesso in poi sempre meno discorsi inutili, sempre meno frasi di circostanza, 

Vorrei incontrare sempre meno persone dal sorriso falso per lasciare spazio alla verità di una stretta di mano sincera,

Vorrei che la Luce che brilla in questa immagine che ho scelto, illuminasse il mio cammino, della mia famiglia e di coloro a cui voglio bene e che mi possa accompagnare fino al Natale dell'anno prossimo sempre più forte e splendente. 
Vorrei....
Buon Natale!!!






Nessun commento:

Posta un commento